IL Clan Squartabarile nasce nel Server di Neverwinter Nights "La Spada del Potere" e poi come un'epidemia ricompaiono in altri diversi mondi come "Dragonlance Rebirth", "Assedio", "annwyn", e "Necronomicon".

 

Il Clan è composto da soli Nani delle più svariate etnie e professioni.

 

Qui una piccola storia del Clan tratta dalla "Spada Del Potere".

 

Il Clan Squartabarile era formato da un piccolo gruppo di nani che vivevano isolati dal resto del mondo, nanico e non, alle pendici dei Picchi Gelidi, sostenendosi con il commercio dei propri mine-rali e della birra, orgogliosamente prodotta da ogni famiglia del clan.
Commerciavano trasportando le proprie merci verso le grandi città del sud, Borian e Slyan prima di tutto, durante la bella stagione, formando carovane composte da un buon numero di fabbri ed un al-trettanto corposo battaglione di mastri birrai. Durante queste spedizioni vennero a sapere delle eroi-che imprese compiute da un loro simile, tale Ruthus Hell, gran generale delle truppe naniche nella grande guerra contro…boh orchi probabilmente! Si diceva che quel Ruthus fosse un nano un po’ in-solito, che viveva in compagnia di gambelunghe di vario genere… umani e umane, orecchie a pun-ta, strani senza barba dalla pelle blu e …persino quelle mucche troppo cresciute con tanto di coda e corna! Al ritorno di ogni carovana il Clan si riuniva intorno ai viaggiatori per sapere delle gesta compiute da colui che ormai era diventato il loro eroe preferito. La vita era semplice, estrarre il fer-ro, farne asce, martelli, corazze e quanto di meglio erano in grado di creare, coltivare gelosamente il proprio malto ed il luppolo migliore, bastonare qualche orco, o, se la fortuna e gli dei arridevano al Clan, anche qualche brutto gigante blu!
Alcuni cugini (anche se TUTTI gli Squartabarile si definiscono cugini, o al massimo non bene defi-niti Zii) erano famosi all’interno del Clan, per la birra che producevano e per l’ardore in batta-glia…anche se qualunque altra razza dotata di discernimento (tranne forse gli orchi) l’avrebbe defi-nita avventatezza e totale mancanza di cautela. Si gettavano in battaglia caricando a testa bassa fa-cendo quanto più baccano possibile con le continue invocazioni al Clan e al valore dei propri cugi-ni; i canti di guerra infatti si limitavano a possenti urla e a prorompenti “PER IL CLAN! PER IL CLAN!” o anche “SQUARTA SQUARTA SQUARTA!” oppure a rare “Squartaconsulte”, brevissime riunione di clan per decidere come meglio far a fette i propri nemici.
Anche questo piccolo Clan di montagna aveva le proprie stramberie.
Tra i molti zii e cugini, ricordiamo qui Taghor, Morrin, Glorin, Grozio e Pillgrim che erano proprio fuor dal comune. Taghor era famoso per la proverbiale mancanza assoluta di igiene, emanava un puzzo tale da far arricciare persino l’adunco, e tutt’altro che sofisticato, naso dei nani. Ormai in molti sussurravano che oltre l’occhio avesse perso anche l’olfatto, ecco perché non sentiva la puzza che emanava! Morrin…beh il suo valore in battaglia era innegabile, ma tutti quei discorsi sulla retti-tudine e la giustizia…toglievano tutto il gusto di spiaccicare come si deve la brutta testa di un orco! E Glorin.. invece di martellare il metallo in un’accogliente forgia preferiva…leggere! Un nano, con tanto di occhiali e di pantofole col naso immerso nei libri davanti ad un caminetto… Certe volte an-che i nani sanno essere eccentrici…Senza parlare del prozio Grozio un vecchietto tutto pelle e ossa convinto di essere un mago! Ogni tanto faceva spuntare un tasso da una manica d’accordo…ma un nano mago.. follia!O del suo nipote di terzo (o forse quarto) grado, Pillgrim che preferiva colpire i suoi avversari a calci morsi, pugni ed offese piuttosto che usando una buona ascia nanica…anche se bisogna ammettere che il risultato alla fine non cambiava poi così tanto!
La vita all’interno del Clan scorreva regolare, gran lavoratori il giorno e colossali bevitori di birra la sera! I cugini avevano una vera passione tanto per la birra (riteneva di gran lunga la migliore quella che loro stessi producevano ma si sentivano in obbligo di assaggiare OGNI birra esistente nel Clan) quanto per uno dei giochi più in voga dai nani… ascia – barile. Si trattava di rompere quanti più barili possibili con un singolo potente lancio d’ascia. Chiaramente ogni lancio andato a segno com-portava una cospicua ingollata di birra. La difficoltà del gioco consisteva nel centrare il barilotto di-pinto di rosso, posto in mezzo agli altri, e pieno di una polvere nera altamente infiammabile estratta dalle torbiere. Se il lancio era abbastanza potente l’impatto generava una scintilla, causando l’esplosione di tutti i barili… con grande giubilo di tutti gli astanti. Una notte di baldoria Taghor, maestro di tiro, Morrin e Glorin, dopo aver sbaragliato tutti gli avversari della taverna (ed averne scolato le cantine) si munirono di un barilotto ciascuno della loro migliore riserva (ed una fiaschetta di distillato di malto per le emergenze… è risaputo che asce, fuoco ed alcool potevano essere peri-colosi e la scienza medica nanica conveniva che non vi era rimedio migliore a tagli, bruciature e sbronze che una bella irrorata di distillato) dirigendosi dal cugino Grozio, che, da grande eccentrico quale era, si occupava della preparazione e della custodia della polvere esplosiva usata per i barilot-ti. Non ci volle molto a convincerlo ad aprire i depositi, in fin dei conti loro quattro avrebbero potu-to metter in piedi la più bella taverna dei Picchi Gelidi! Avevano la migliore birra, scorte infinite di giochi pirotecnici ed il campione di ascia – barile! Dopo aver montato una colossale pila di barili (TUTTI esplosivi… quelli vuoti, chissà perché, erano finiti) si posizionarono al tiro. Per primo Morrin, il più giovane, secondo Glorin, troppo impegnato a mescere birra e terzo… Taghor il cam-pione! Il povero Grozio e suo nipote preferirono far i giudici di gara…e tracannarsi un boccale die-tro l’altro.
Morrin lanciò e ruppe un solo barile…senza nemmeno una piccola esplosione, Glorin mancò addi-rittura il bersaglio, conficcando l’ascia nella parete, pericolosamente vicino a Grozio, che, per tutta risposta, gli lanciò un boccale (vuoto ovviamente) in piena faccia. Taghor si posizionò a gambe di-varicate, lucidissimo, nonostante l’otre di distillato ingollato (lui adorava il distillato di malto), pro-ruppe in un solenne rutto, caricò con perizia l’ascia alle spalle e…….. BOOM!
Si narra che quella notte molti nani, specie fra quelli più vecchi, si fossero riversati nelle strade ar-mati fino ai denti, e convinti che MezzoFuoco, l’antico dragone rosso, cacciato da quelle montagne secoli addietro, fosse tornato a reclamare quel colle. In realtà MezzoFuoco era morto da un pezzo e la colossale vampata di fuoco non era altro che il risultato del miglior lancio d’ascia mai realizzato da che nano ebbe memoria. L’esplosione, oltre a causare le ire di ogni nano nel giro di un miglio (e le preoccupazioni di numerosi clan di orchi e giganti nei pressi) sventrò la caverna adibita a deposi-to, praticando un’ampia apertura nel fianco della montagna, e, ovviamente, azzerò le scorte di torba e polvere pirica del clan, proprio quando stava per cominciare la stagione dei commerci. Gli autori del disastro se la cavarono con pochi graffi e qualche ustione, tranne il povero Grozio che, si trovò senza un capello in testa e un filo della sua meravigliosa barba. La barba gli crebbe nuovamente, anche se era paragonabile a quella di un nanerottolo in fasce, pallido ricordo delle spesse trecce ca-nute che portava orgoglioso dentro la cintura. Il cranio gli rimase totalmente pelato, e di una strana colorazione rossastra. Taghor si ritrovò con la punta dell’ascia che aveva scagliato conficcata nell’occhio destro…ma quello l’aveva già perso per cui non fu un grave danno.
Di Pillgrim si persero le tracce…qualcuno dice ci aver visto un nano volante circondato da una co-rona di fiamme dirigersi verso sud, ma questa è un'altra storia.
Non c’è niente che faccia arrabbiare un nano (tranne forse il dover pasteggiare ad acqua) quanto il veder andare in fumo (è proprio il caso di dirlo) una buona occasione di affari e, a causa di quella bravata, l’intero Clan ci avrebbe rimesso un bel gruzzolo. Gli scellerati autori del misfatto furono condotti davanti agli anziani affinché fosse loro impartita una dura punizione. Glorin e Morrin si mostrarono rammaricati e attesero la loro pena in contrito silenzio. Grozio era troppo bendato anche solo per parlare, e ciò francamente, fu un bene. Taghor invece si lanciò in un’arringa difensiva, convinto della buona fede delle loro azioni e fiero dello straordinario risultato ottenuto con il suo lancio, per il quale, a suo dire, meritava anche un premio, se non un alta onorificenza. La parte più sciagurata del suo sproloquio fu quella in cui si definì “un nano più meritevole dello stesso Ruthus Hell, campione in forza, precisione e distruzione! E si dichiarò pronto a sfidare lo stesso Ruthus ad ascia – barile se solo lui fosse stato presente”. Gli anziani, illuminati dalla temerarietà della sfida lanciata, presero la palla al balzo, e dopo ore di consiglio, emisero la sentenza.

“I nani Morrin, Glorin, Grozio (quando si sarà rimesso in forze) Taghor, appartenenti al Clan de-gli Squartabarile, partiranno per le città dei gambelunghe, che siano essi umani, elfi, tauri o quant’altro, alla ricerca del famoso e glorioso Ruthus Hell, Generale delle truppe naniche e grande e indiscusso condottiero. Una volta trovato il su menzionato Ruthus gli imputati dovranno porger-gli il grande onore di entrare a far parte, in qualità di membro onorario e Sommo Cugino, del Clan degli Squartabarile, compiendo il sacro rito della “Botte aperta dall’Ascia, svuotata nella Pietra e donatrice del Fuoco”.
Nominiamo Morrin portatore della Pietra, Glorin della Botte, Taghor dell’Ascia e Grozio del Fuo-co. Da questo momento innanzi gli imputati saranno banditi dalla Montagna Alta e potranno farvi ritorno solo dopo aver raggiunto e omaggiato l’onorato Ruthus Hell. Data la difficoltà dell’impresa assegnata e, nello stesso tempo, l’occasione di gloria e di ricchezza concessa a questi scriteriati, chiunque voglia liberamente seguire gli imputati nella loro missione saranno libero di farlo. Come pena accessoria, non di obbligatoria realizzazione ai fini dell’espiazione della con-danna ma certamente utile per la prosperità del Clan, si invitano gli imputati a realizzare un solido avamposto (possibilmente ben fortificato e di facile accesso per le carovane) nelle città del sud da utilizzarsi come base per i commerci del Clan con le altre comunità, e a trovare quante più possibi-lità di affari e di ricchezza possibili”.
Così decreta il Consiglio.

Il resto è storia recente…